giovedì 10 dicembre 2009

Patagonia dreaming

And waiting for it to became real

sabato 14 novembre 2009

La Isla del Sol e il suo passato

Nella unica scuola della Isla del Sol, la Unidad de educaciòn Yuyuni , quando abbiamo chiesto ai bambini di indicarci dove si trovasse la Bolivia , uno di essi ha risposto: “ Nel Corazon del Suramerica”. In effetti è proprio questa l’impressione che si ha stando sull’isola: al centro di un lago enorme, il Titicaca, nel cuore delle Ande, tra il Perù e la Cordillera Real, con i resti di civiltá antiche che si sono susseguite nel tempo e che oggi si mostrano tutte allo stesso tempo e allo stesso posto.

E’ d’obbligo visitare allora, dopo le attivitá nella scuola, la parte archeologica nel nord dell’isola.

Suggestiva, magica, desolata: cosí mi viene di descriverla.

Suggestiva per la natura che, con la sua grandiositá, ha inevitabilmente ispirato in passato lo studio degli astri.

Magica per come l’uomo abbia correlate cielo e terra, come si vede per esempio stando di fronte alla roccia sacra dell’Isola: da qui sono le montagne a segnare la posizione nel cielo in cui il sole tramonta nei solstizi e negli equinozi.

Desolata perché passando tra le rovine del labirinto di Chinkana ho sentito come le civiltá Inca e Tiwanaku, scomparendo, abbiano lasciato questo luogo inevitabilmente un po’ vuoto.

Il viaggio continua alla volta di Copacabana e poi del Perù e non vediamo l’ora di proseguire!


(English version here)
(Aca' en espanol)

mercoledì 11 novembre 2009

Ti ricordi?

Ti ricordi quando stavamo nella tv peruviana?

Ti ricordi quando domandammo dove stava il mercato clandestino?

Ti ricordi quando… ma dove cazzo siamo andati a finire?

Ti ricordi quando stavamo nel mototaxi in quattro?

Ti ricordi quando quando stavamo insegnando astronomia su un’isola flottante?

Ti ricordi quando Fabio voleva comprare tutti i poncho di Copacabana?

Ti ricordi quando bevemmo Inka cola calda?

Ti ricordi quando stavamo in una polleria con il nostro Celestron?

Ti ricordi quando giocammo a calcio a 4000 metri?

Ti ricordi quando Jorge non riusciva a smettere di dire “ vale”?

Ti ricordi quando stavamo tutti insieme in Sudamerica?

(English version here)
(Aca' en espanol)

lunedì 26 ottobre 2009

Di passaggio a Lima

Poco tempo per scrivere per bene. Peró attraversare l'oceano e le Ande per la prima volta necessitava una piccola celebrazione. Ora aspetto solo di unirmi agli altri Galileros a La Paz. Quando avró capito un po´ meglio dove sono andato a finire scriveró un po' di piú. Per ora sono confinato nell'aeroporto di Lima di cui ho visto le case solo dall'alto durante l'aterraggio. Aspetto impaziente di poter mettere piede sul vero suolo sudamericano, fuori dagli aeroporti.
Un saluto a tutti i miei pazienti lettori!

sabato 24 ottobre 2009

Aspettando la partenza

Quasi. Quando è cosí si accavalla tutto, i pensieri che sorgono in ritardo e quelli che aspettano invece da tanto, sempre fermi nello stesso posto. Sembra un groviglio inestricabile, poi si trasforma sempre in qualcosa di inaspettato.

Come sempre avrei voluto scrivere di tanto altro, e come sempre poi lo faccio solo quando non mi sorge in testa il "si c'é ancora tempo prima che", come se una cosa dovessi farla solo perché debba precedere un'altra.

Un'ora di luce in meno da domani a Stoccolma, in pieno autunno ormai, manto di foglie appiccicato a terra dalla pioggia notturna.
Ma anche un'ora indietro e mi rimarrá il dubbio di aver sistemato bene l'orologio. Che tra l'altro non ho mai al polso.
L'attesa è un'ora piú lunga e io non ho fretta. Mi basta pensare agli anni giá aspettati e gli ultimi momenti saranno ancora piú leggeri.
Meglio cosí, nello zaino peseranno di meno.

martedì 13 ottobre 2009

Eight months of Stockholm

Stockholm 2009-2013

lunedì 12 ottobre 2009

Brain Damage

I started this blog more than 10 months ago and still I had to introduce myself.



domenica 11 ottobre 2009

Notes on a saturday in Stockholm

This morning spent going around looking for new skis for the hopefully coming soon winter. Some ideas in mind, but I'm too devoted to my old yellow Nordica and Diamir "Tierra del Fuego 1998". I'll take some more time to think about it.
Then biking all around, I discovered a shop of dutch cheese, strong temptation leading me to suddenly brake, stop and drop in to buy a couple of Old Amsterdam slices.
Then going along Drottninggatan. First a zombie-parade (people with fake blood scaring the old ladies who were out for shopping). Then I saw the making of a kind of snow-park on the staircase in Sergeltorg. In the end, in a book shop still in Drottninggatan, it would have been hard to avoid to buy a book about "Dark Side of the Moon".
But above all a guy on the wayside playing pots, frying pans and various cooker accessories, plus some buckets for a complete hand-made drumset.
It has been a very sunny day, clean sky bringing a genuine cold air.
Ended the afternoon, tonight belgian dinner at Koen's. I decided to walk to his apartment, so I walk through never visited streets, discovering new corners, music shops, cozy bars and restaurant to visit.
Then, coming back home, the usual comings and goings of blonds with their miniskirts, some drunk guys strolling on Sveavagen and some couples kissing at the main doors now hidden in the Stockholm night.
Falling asleep now.

venerdì 9 ottobre 2009

Sul nobel per la pace

(in stile spinoza.it)

-Nobel ad Obama. Berlusconi: l'anno prossimo insisteró di piú con le lampade

-Nobel ad Obama. Adesso c'é qualcosa che lo unisce al Dalai Lama

-Nobel per la pace ad Obama. Premiare la Corte costituzionale sarebbe stato troppo.

-In preparazione "Meno male che Barak c'é". Premio Nobel istantaneamente revocato.

-Motivazioni del premio Nobel "Perché i neri d'america sono stati quasi i piú perseguitati di tutte le epoche di tutta la storia degli uomini di tutto il mondo"

-Nobel per la pace ad Obama. Per Alfred Nobel, invece, premio Schifani alla memoria per l'invenzione della dinamite.

-Nobel ad Obama. Casini: "Non capisco il perché". Aveva studiato insieme a Renzo Bossi.

-Nobel per la pace ad Obama. Almeno adesso potrá continuare a fare la guerra in pace.

-Nobel per la Pace. Berlusconi ricusa la commissione.

(L'anno prossimo la cerimonia verrá spostata da Oslo a Messina)

-Nobel per la medicina a Schifani per lo studio dell'evoluzione delle muffe.

(Era a metá con Renzo Bossi, che peró non sapeva il significato di "metá")

-Berlusconi proposto per il Nobel per la pace.
La commissione:"Silvio piú onesto che Nobel"

Riassunto della settimana

Il presidente degli Stati Uniti, rifiutando di ricevere il Dalai Lama per non turbare gli amici cinesi, vince il Nobel per la Pace.

Tutti invece si aspettavano che il premio andasse alla Corte Costituzionale.

Il presidente del consiglio italiano é comunque tranquillo: il prossimo lodo proteggerá le quattro piú basse cariche dello stato.

In Rainbows

Mi rendo conto che sono due anni ininterrotti che ascolto "In Rainbows". Non mi era mai successo con nessun altro album appena uscito e non riesco a separarmene.
Il 10 ottobre 2007, come buona parte del resto del mondo, l'ho scaricato da Emule. Poi dal sito dei Radiohead. Appena avró uno stereo decente lo compreró senza dubbio.
Ogni suono di quest'album è ricercato, ma semplice e non eccessivo. Linee sonore che si mostrano pian piano, quasi una nuova ad ogni ascolto, com'é tipico dei Radiohead. Linee di batteria prima banali e poi sempre piú complesse.
Va ascoltato tutto di filata, e poi ancora un'altra volta.
L'introversione e l'ostinazione portata avanti per tutto l'album, i testi, aderenti alle strutture musicali e all'ascoltatore come in un tutt'uno, i timbri vocali lamentosi, diventano una visione interiore da cui ancora non riesco a staccarmi. Ci sono diverse persone che converranno con me su ció: per produrre qualcosa del genere occorre un grosso disagio mentale.

In tutto ció avrei potuto aspettare comunque domani per scrivere di questo album, dato che sará il suo secondo compleanno.
Peró preferisco farlo oggi, per fare gli auguri di buon compleanno, invece, a quella persona che piú delle altre mi ha fatto scoprire la bellezza che c'é nel trovare e identificarsi in nuove realtá musicali.

giovedì 8 ottobre 2009

Jigsaw Falling Into Place

domenica 4 ottobre 2009

Weird saturday night fish

Well, I try, it's an experiment: let's write in english and let's do it at this late time in the night. English speakers please be tolerant with me.
One saturday of library, the Stadsbibliotek at the corner between Odengatan and Sveavagen, ten minutes walking from my place in Kammakargatan. I was expecting a very cold saturday but the first real rain of the Stockholm's fall has made it slightly warmer. And warmer and warmer is getting the idea of leaving this continent for a while, and faster and faster the time is running towards the escape from my house of cards.
The autumn still has the signs of the dynamics of the summer, a lot of people still going around and, until yesterday, a wonderful light whose best gift is the colorful all-surrounding at the long sunrises and sunsets.
Too many ideas to write down now, too many images zipping through my fingers and the keyboard, darting so fast to not allow me to describe this day in a proper manner. A day spent in a city that is step by step wrapping me in its life of many silences and low horizon never-ending light, giving me day after day the feeling and the direction I'm looking for.
From the "Why should I stay here?" of one of the weird fishes swimming nowadays under the bridges of Stockholm without any chance of getting enough.

martedì 29 settembre 2009

Correre a Stoccolma

Oggi faceva freddo, quasi inaspettatamente. Stamattina dopo pochi metri in bici mi sono resto conto che si, forse mi ci sarebbero voluti i guanti. Infatti c'erano tre gradi e non me l'aspettavo proprio, dato che pochi giorni fa ero in giro in bici in riva al mare a maniche corte.
Inizia dunque la stagione invernale, ma non finisce quella della corsa. Oggi pomeriggio corsa intorno al lago qui dietro all'universitá. Partiamo dall'osservatorio di Albanova e dopo aver attraversato Roslasvägen eccoci in riva al lago. O mare, non ho ancora capito, perché di fatto un piccolo collegamento al mare c'è, peró è molto piú simile ad un lago. La temperatura è bassa. Io e Mikael, maratoneta che ogni tanto mi accompagna, ci mettiamo un buon quarto d'ora per scaldarci, il tempo di essere giá nel bel mezzo di Hagaparken. Il percorso qui è vario: leggero saliscendi, e alternarsi di zone boschive selvagge, prati ben curati, abitazioni eleganti, sentieri sul bordo dell'acqua. Dopo mezzora siamo ben caldi e possiamo fermarci per pochi minuti di stretching. Stiamo percorrendo il bordo del lago in senso orario e ora ci troviamo nella parte orientale, esposti all'ultimo sole del pomeriggio che sa regalarci qualche minuto un po' piú caldo e soprattutto una luce splendida riflessa nello specchio d'acqua. Ripartiamo subito per i secondi sei kilometri da affrontare, nella parte del percorso con piú saliscendi. I dislivelli sono comunque minimi e allora il percorso è piacevole. Ci riavviciniamo cosí al campus universitario di Frescati, passando tra boschi e giardini con alberi di mele che non posso fare a meno di assaggiare. Sullo sfondo vediamo l'Aula Magna e il Naturhistoriska museet e poi, infine, di nuovo l'osservatorio.
Altre volte, sempre partendo dall'universitá, vado invece a correre nel bosco a nord est dell'osservatorio. Qui i saliscendi sono piú marcati ed è bello arrivare fino al vecchio trampolino di lancio con gli sci. Sapori di ere passate, specialmente guardando gli sci di vecchia data che sono esposti vicino al suo ingresso, il legno malmesso che non dá affatto l'impressione della stabilitá, il silenzio che avvolge tutto intorno. Il trampolino, per quanto sono riuscito a scoprire, non viene piú usato da una ventina di anni. È davvero di vecchio stile e tutt'attorno la vegetazione cresce in maniera disordinata, incolta, selvaggia. Poi, proprio di fronte, sul punto di atterraggio, c'è un laghetto, non proprio l'ideale per rimettere i piedi a terra! ma forse tra qualche mese sará tutto ghiacciato e non ci sarebbero problemi per eventuali saltatori. Sono curioso di andare a correre in questo bosco quando sará inverno, magari ci sará un po' di neve per terra e saró costretto a correre prima delle tre di pomeriggio per evitare il buio.
È proprio cosí, la stagione invernale si avvicina e la cittá cambia volto. A giugno alle dieci di sera potevo sfruttare l'ultima ora di luce per andare a correre e poi uscire e vedere un po' di gente in giro. Oggi invece, alle sei, dopo il giro del lago, l'orizzonte era tutto rosso, io stanco e le strade cominciano ad essere piú vuote.

martedì 22 settembre 2009

Equinozio d'autunno

Prima di andare a dormire mi rendo conto che qualcosa è cambiato da stamattina, in discontinuitá con i giorni precedenti. Non saprei dire cosa, ma tutt'un tratto un periodo è finito.
Sará che oggi è l'equinozio di autunno, giorno estremo nel suo genere. Negli equinozi la durata del dí è uguale a quella della notte in tutte le parti del globo, senso di stabilitá e calma. Ma è proprio in questi periodi dell'anno che la durata del dí e della notte varia piú velocemente. La notte comincia ad allungarsi pian piano a partire dal solstizio d'estate e si allungherá fino al solstizio d'inverno. Questa variazione non è peró la stessa per ogni giorno: oggi, equinozio d'autunno, è il giorno in cui, rispetto al precedente, la notte si è allungata di piú. Contemporaneamente il dí si accorcia, giorno dopo giorno, diminuendo la sua durata pochi istanti alla volta: domani qui a Stoccolma avró sei minuti di luce in meno rispetto ad oggi. Ecco perché l'equinozio fa sentire, piú di ogni altro giorno, il senso di attraversamento di un confine, di spostamento. È un giorno piú veloce degli altri.

Dopo una settimana di sole incantevole Stoccolma è diventata un po' piú grigia, si prepara alla stagione invernale dopo una lunga estate.
Ripenso a questi ultimi mesi, passati qui ma sempre in viaggio, che si trattasse di una nuova strada di Stoccolma o di una nuova birra da provare a Monaco, di stare in nave sull'Aurlandsfjord o in kayak tra le isole al largo di Dalarö, di correre nel bosco dietro l'osservatorio di Albanova o in quello accanto casa di Ivana e Tye a Francoforte. Ripenso al mare e gli uliveti di Vieste e a quello di Lidingö, al cielo toccato in mongolfiera cosí diverso da quello che mi scorreva affianco in aereo. Al jazz di Skeppsholmen e al rock dei Radiohead a Praga. Agli amici ospitati a casa e alle nuove persone che ho incontrato, ognuna un viaggio a se stante.
Poi arrivo a oggi, stasera, e tutt'un tratto questo turbinío finisce, questa transizione cominciata a luglio dell'anno scorso sembra svoltare in una strada che ancora non conosco dato che ne sono all'inizio. Forse sono solo le solite sensazioni di settembre, lo sapró vedere piú in lá.
Intanto oggi nessuno mi chiederá quanto le giornate svedesi siano piú lunghe rispetto a quelle del sud e da domani la domanda sará invertita, per ricominciare il solito ciclo che mi stupisce sempre, che porterá di nuovo alla calma del 21 dicembre e poi all'euforia del 20 marzo.
A me non resta che rigirare tra le mani le sensazioni che ho vissuto, assaggiare gli ultimi pezzi degli Heidelberg Student's Kiss, riguardare le foto scattate a Grinda e Nämdö, sul lungomare di Djurgården e sul lago di Hellasgården, sentire come siano ormai inafferrabili e, sgusciando via, mi spingano con forza verso domattina.

mercoledì 9 settembre 2009

Libri di quest'anno

Mentre leggo "Un altro giro di giostra" di Terzani ripenso ai libri di quest'anno, quelli che ricordo e che mi hanno fatto compagnia, che mi hanno consentito un giro di giostra diverso rispetto al precedente.
Un giro l'ho fatto su "Jack Frusciante é uscito dal gruppo", letto fuori tempo e fuori luogo, a 30 anni nel tardo inverno lappone. Letto neanche su carta ma addirittura sullo schermo di un pc, per la gioia dei miei occhi. L'avrei dovuto leggere a 17 anni nei pomeriggi liceali, ma non mi andava.
Poi "Rotte mutande, o l'inquietudine dell'eterno cercare", letto fuori posto e fuori modo, perché un libro puoi anche leggerlo in un giorno ma non mentre passeggi per le strade di Stoccolma. L'avrei dovuto leggere a letto prima di dormire, ma non mi andava.
Un altro giro l'ho fatto su "La bellezza e l'inferno", raccolta di scritti di Saviano di cui ho apprezzato in particolar modo un pezzo, "Ossa di cristallo", partorito giá prima dell'uscita di Gomorra. Lo dovrebbero leggere in molti, ma forse non lo sanno. Fuori le palle, direi.
La giostra mi ha fatto passare anche su "L'eleganza del riccio", mentre ero tra aerei e treni del centro europa. Da lontano sembrava mi calzasse a pennello ma poi ho visto che era un po' fuori traccia per me. Comunque avrei voluto leggerlo, e l'ho letto.
Fuori da ogni logica é il fatto che i libri da leggere nello scaffale aumentino piú in fretta di quelli su cui ci si é passato, peró é un bene che sia cosí altrimenti sai che noia a rincorrere qualcosa piú lento di te. Cosí dallo scaffale ogni tanto spunta fuori un libro di Calvino, tipo "Palomar". Fuori da ogni portata la profonditá e la ricchezza del suo stile. Avrei voluto saper scrivere cosí, ma non sono in grado.
Corro a finire il giro di giostra di Terzani adesso: i libri si possono anche lasciare a metá, invece dalle giostre si scende solo alla fine del giro.

giovedì 20 agosto 2009

Il lungomare di Skeppsholmen

La ragazza conosciuta ieri era quella della tua vita? o lo sará la donna che si sveglierá con te domattina? domande importanti solo finché non te le poni.

Capita che te ne stai sdraiato sul prato nel sole tardo estivo, sul verde mischiato col marrone delle prime foglie giá cadute. Poi ti spiegano che quelle foglie cascano perché attaccate ad esse ci sono i semi, i frutti che gli alberi fanno cadere a terra per riprodursi. Peró per te rimangono foglie morte ormai, e il senso di autunno e il vento fresco che non ti fa sembrare il sole d'agosto e le ombre piú lunghe di quelle che di solito misuravi con lo sguardo.

Non é la donna della mia vita ma la vorrei conoscere. Idea buona a partire dalla fine della sua formulazione.

Niente é per caso e la natura si adatta a se stessa.

Non ha il fascino della signora che passeggiava sul lungomare di Skeppsholmen, ma ha degli occhi piú brillanti della bionda stesa sul prato al sole di stamane, piú carisma di quella che invece era bravissima a letto, meno talento di come necessiterei, gambe lunghe quanto basta.

Capita che il rumore ti distragga e privi la musica che ascolti della tua preziosa attenzione. Preziosa per entrambi perché dá loro vita.
Capita poi che capisci, oppure capita che tu stia giá andando e non ti serva la sensazione di aver capito.

Allora non ci pensi neanche
e il prossimo giorno é giá concepito insieme a lei.

mercoledì 5 agosto 2009

So what

martedì 4 agosto 2009

Un'eco

Mi rimbomba in testa alla fine della giornata, mi rimbomba, é un'eco persistente.
"La bellezza non é solo tratto somatico, eleganza, luce, fascino. É la capacitá di far vedere ció che si é."
Mi rimbomba perché l'ho visto oggi mentre volavo in mongolfiera: la Terra é incredibilmente diversa dal solito se ci galleggi attorno.
E letto poi nel libro di Roberto Saviano: ostinata opposizione all'inferno e inevitabile precipitarci nel bel mezzo.
Come una risposta che cercavo ma che devo ancora capire, aspettandola nei momenti in cui guardo senza pensare e ho tempo per respirare.
Come la direzione in cui orientare il prossimo mattino.

sabato 1 agosto 2009

Per pochi eletti

lunedì 27 luglio 2009

Altre differenze #3

"Come farai con la lavatrice?" é stata una delle prime domande che mia madre mi ha fatto prima che mi trasferissi a Stoccolma. La seconda per la precisione, dopo aver cominciato a pensare, giá in epoche pressoché preistoriche, ai possibili metodi di spedizione dell'olio molisano in Svezia.
Le lavatrici qui sono generalmente in comune, una o piú lavatrici nel sottoscala di ogni condominio.
Una cosa un po' "comunista" insomma, che mi ha tolto la libertá di lasciare i panni in lavatrice per un paio di giorni dopo il lavaggio ma alla quale, in fin dei conti, non é cosí difficile adattarsi.

A proposito di domande, la domanda fondamentale dell'altro genitore era: "Come fai con il medico?"
Io nei primi 5 mesi ho accuratamente evitato la risposta: accidia o superbia, scegliete voi il peccato da attribuirmi. Poi capita che mi slogo un polso giocando a pallone e allora ho bisogno del medico. Beh, altro che comunismo e socialdemocrazia! Una visita dal medico costa 14 €, una radiografia 20€ e soprattutto mi hanno innanzitutto chiesto tessera sanitaria, documenti e via dicendo, un po' come puó accadere negli USA.
La signora allo sportello dell'ambulatorio mi diceva tutta soddisfatta: "Qui in Svezia costa poco, altrove é ben piú caro!". "Ma cara la mia signora, in Italia se vai al pronto soccorso é raro che ti tocchi pagare qualcosa, tantomeno se hai una presunta frattura!"

domenica 26 luglio 2009

Altre differenze #2

Differenza di ricette.
Cosa succede in Italia se c'è un barbecue da preparare, un prato in condizioni perfette, un pallone, due porte da calcio e un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze?
Beh, la risposta è nota: le donne si prendono cura del cibo, gli uomini del prato e del pallone.
Capirete quindi la mia sorpresa quindi quando abbiamo cominciato a giocare ad una specie di baseball/softball relegando in un angolino le porte e il pallone, inutilizzati, e lasciando il barbecue incustodito!
Evviva la parità dei sessi! ma anche Evviva il calcio e i prati su cui giocarlo in totale libertà!

sabato 25 luglio 2009

Altre differenze #1

Un dettaglio importante l'ho notato andando nei supermarket, il che è ovvio dato che il comprare e il mangiare sono quanto di più possa caratterizzare una popolazione.
Se in Svezia vai a prendere la frutta o la verdura in un supermarket trovi le buste di plastica trasparenti, come in Italia, ma non trovi gli inutili guanti di plastica per toccare e scegliere la frutta. Io infatti mi sono sempre chiesto quale fosse il senso di tali guanti, dato che è ovvio a qualunque persona che la loro utilità è nulla: raramente credo la mano di una persona possa essere più sporca dei vari posti in cui la merce transiti nel tragitto da un albero al bancone di un supermercato.
Qui infatti non trovi la marea di mamme pronte a spiegare ai figli che la frutta va toccata con i guanti perché se tutti lo facessero a mani nude chissà che schifezze ci troveresti su, così come è comune che i bimbi facciano ciò che vogliono, si rotolino per terra, facciano cadere i propri giocattoli per strada e poi li riprendano per giocarci e casomai li mettano in bocca senza averli lavati.

In uno dei miei film preferiti Sipsey dice: "Ci schifano per il colore della pelle ma poi mangiano l'uovo che esce dal culo della gallina". In Italia forse tutto ciò accade ancora troppo spesso.

sabato 18 luglio 2009

Una prima volta

Oggi splendida giornata di mare a Furutorp, due passi dal centro di Stoccolma, prato separato dal mare solo da tre metri di spiaggia e acqua non troppo fredda grazie al bel sole. Soprattutto un trampolino da 5 metri che era troppo invitante per rinunciare e provare a lanciarmi da lassù, cosa che in trent'anni non avevo mai fatto. "What a sad childhood did you have??" mi ha detto un mio amico appena saputo che non avevo mai fatto niente del genere, ma che ci vuoi fare, non sono mai stato spericolato. Così alla fine, dopo decine di minuti di tentennamento sul bordo del trampolino, invece di guardare l'acqua nella quale mi sarei immerso da lì a poco mi sono concentrato su ciò che avevo intorno, boschi, mare calmo, aria sotto i piedi davanti agli occhi e sopra la testa. Mi sono lanciato nel momento in cui la paura di sentire la gravità in maniera diversa dal solito si è distratta un attimo e mi ha lasciato via libera. Giù in un attimo, anche se il tempo per pensare "Ma che cazzo sto facendo?!?" ce l'ho avuto, ed è stato il preciso istante prima di entrare in acqua. Ripensandoci credo che la paura più grossa non sia tanto quella di farsi male, perché c'erano molte altre persone a farlo e la cosa è del tutto tranquillizzante. Più che altro è il dover essere per qualche istante non padroni di se stessi, di non poter tornare indietro mentre stai facendo quel salto. O almeno credo sia così, non so. Ad ogni modo volare da quella misera altezza è stato esaltante! Alla prossima.

Due esempi da intenditore

Due giorni allo Stockholm Jazz Festival trascorsi da grande intenditore di musica, come testimoniano questi due esempi.

Nel primo giorno mi aggiravo per la piazza di Skeppsholmen dopo il concerto di McCoy Tyner e Bill Frisell. Erano il motivo principale per cui comprare il biglietto e McCoy non ha certo deluso: usa il piano con la stessa facilità con cui un atleta usa i suoi polmoni. Invece la chitarra di Frisell l'ho sentita solo durante i soli: quando accompagnava poteva benissimo risparmiarsi di suonare dato che era del tutto sovrastato dagli altri strumenti. Ma, dicevo, ero in piazza e vengo distratto da Mike Stern che viene intervistato proprio lì affianco. Mi avvicino per sentire ciò che dice ma mi tengo a debita distanza dato che la sua enorme guardia del corpo era proprio lì affianco e mi guardava insospettito e minaccioso. "Il tipico gonzo che non sa neanche cosa sia una nota" penso mentre mi sto allontanando. Infatti pochi minuti dopo lo rivedo. È sul palco, si chiama Bob Francheschini e suona il sax da dio.

Nel secondo giorno tra gli altri suona Marcus Miller con altri tipi che ignoro chi siano. Sul palco si presentano in tre bassisti, assistiti da batteria e tastiere. "La solita palla super tecnica e niente più" penso dopo le prime tre note, già pronto a far finta di esaltarmi perchè non puoi non esaltarti con sti artisti. E infatti è proprio così: dopo cinque minuti Victor Wooten attacca un solo di basso elettrico di 10 minuti da lasciare a bocca aperta, non solo me e il pubblico ma anche il resto della band, immobile a sentire. Praticamente è come se stesse suonando una chitarra classica, solo che slappa a più non posso e l'effetto è eccezionale.
Poi tocca a Miller fare il solo e lui che è il leader della band non mi esalta più di tanto. "Scontato". Talmente scontato che ad un tratto lascia il basso e prende il sax! e attacca come se niente fosse "When I fall in love". Senza parole. È la volta dell'altro bassista, "l'altro" solo per chi come me non conosceva Stanley Clarke. Anche lui lascia il basso elettrico ma rimane in famiglia e si accontenta del contrabbasso. Quando vedo che arriva addirittura a suonarlo come una chitarra flamenco mi rendo conto che, probabilmente, li avevo lievemente sottostimati. Finale con versione stupenda di "Beat it" di Michael Jackson, che vuoi di più?

lunedì 13 luglio 2009

Norvegia

Pochi giorni passati in Norvegia e una bellissima terra scoperta. Paesaggi maestosi ed eleganti e gente simpatica. Se andate a vedere un po' di foto qui capirete che sono stato davvero bene.

11 differenze e una domanda

Una delle domande che ricorre più spesso quando parlo con la gente è: quali sono le differenze tra Svezia e Italia? E devo dire che un po' non mi piace, perchè un dettaglio non sempre è indicativo, un po' mi mette in difficoltà, perchè non sono solito notare i dettagli.
Allora ecco alcune delle differenze che ho notato.
In Svezia:
I bar con i tavoli all'aperto hanno una vasta fornitura di coperte per i clienti;
Non ci sono citofoni;
Le piste ciclabili abbondano in pieno centro, ma non sono sempre facilmente seguibili;
La persone attraversano col rosso;
Le auto si fermano sul rosso;
Le auto inchiodano a 10 metri da te se stai passando sulle strisce, che esprimo più volentieri dicendo
Puoi attraversare bendato;
Gli alcolici con percentuale superiore al 3.5% si vendono solamente in negozi appositi oltre che nei ristoranti/bar/club;
Le persone si salutano abbracciandosi e baciandosi su una sola guancia;
Puoi bere ovunque l'acqua del rubinetto;
Sui treni, sulle navi, nei musei trovi spazi attrezzati per far giocare i bambini;
Se vuoi giocare a calcio per strada trovi bei campetti in erba sintetica nel bel mezzo della città.

Perchè sui campetti in erba naturale, alta anche un metro a volte, in salita e discesa, su cui ho passato centinaia di giornate a Campobasso, adesso stanno sorgendo inutili costruzioni?

domenica 10 maggio 2009

Un passo

Come al solito le cose si accumulano e nel mucchio di tutto ciò che avrei da scrivere tutto sparisce sepolto nel disordine o evaporato. Però dato che oggi Sara fa gli anni sono più motivato a scrivere due righe. Perché con lei ho parlato tante volte del non vedere via d'uscita ma del trovarla poi andando un poco più avanti. Quindi vado un passo avanti scrivendo un po'.

Oggi corsa nel parco, sul mare in mezzo alle isolette di Stockholm: sono totalmente fuori forma ed è il caso di rimettermi in sesto, se no, come ha raccontato Beppe , continuerò ad avere contratture che mi impediscono di sciare sui metri di neve caduti quest'anno!
Stasera pensavo che negli ultimi due mesi è la prima domenica che passo qui a Stockholm, e forse era ora, per rimettere un po' di ordine, cosa per la quale sono negato. Infatti sono qui da 5 giorni e le valigie sono ancora piene, i cassetti e gli armadi sono ancora vuoti. Il week end è volato via in ore di cazzeggio puro e va bene così, è una ricarica per rimettermi in moto.

Intanto a Pisa mia sorella sta protraendo i festeggiamenti che, come al solito, vanno avanti da giorni e non finiranno certo con il 10 Maggio. Si gode le osterie nascoste nei vicoli e le persone che li popolano. Forse proprio come me quando ci vivevo non si rende conto della dimensione di quella città. Se la vedi come il tuo mondo, senza possibilità di altri punti di vista, è opprimente e senza uscita. Quando invece vai via e poi ritorni eccola minuta ma ricca, quasi accogliente. Sarà perché arrivo dai grandi spazi del nord, ma l'eleganza dei paesaggi italiani mi ha letteralmente sorpreso, ed è stata il perfetto sfondo alla solita eccezionale accoglienza dei miei amici. Però non basta sapere che ci sono punti di vista diversi dal nostro ma bisogna andarseli a cercare per capirli, e questo è il migliore augurio che oggi mi viene da farti, sorella cara.

venerdì 8 maggio 2009

Landslide

lunedì 4 maggio 2009

Casse di risonanza

Le signore al bar della stazione di Milano erano un bel po' addormentate dietro i loro occhialoni antisupermiopia. "Fate la fila alla cassa!" a chi voleva solo indicare il panino da prendere, "Eh, ma se non mi indichi il panino! c'è bisogno che tu venga di là!" a chi era alla cassa a pagare. Così la cena di stasera è stata un po' difficile da ottenere, ma ora, sul treno, posso mangiare in santa pace. "Santa" perchè l'unica pace che mi viene in mente in questo vagone con la porta che non funziona e resta aperta è quella dei Santi il cui nome mi gira per la testa. Lo spazio tra un vagone e l'altro e l'entrata di questi sono casse di risonanza perfette, mi dicono le mie orecchie. Sono costruiti esattamente con questo scopo, e con quello di farci passare il carretto del napoletano che con esso gestisce la cena dei passeggeri dell'eurostar: chiedi un panino al crudo e lui in un attimo ti convince a prenderne uno al cotto e pure una coca e i biscotti così sono 10 euro precisi. Ecco come tengono in piedi le finanze delle ferrovie dello stato. Peccato però che io abbia solo venti centesimi in tasca: niente cotto, napoletano in fuga verso la prossima vittima e io a programmare la sosta nel bar "Da Morfeo" a Milano.

Trieste è stata bella, con il suo mare aperto sull'orizzonte così diverso dal frastagliato arcipelago di Stockholm, con le sue strade eleganti e a volte decadenti. Ieri sera con Goffredo nel centro, in una strada proprio sotto casa, per metà vuota e per l'altra metà colma di giovani del luogo. "Se fossimo a Campobasso questo luogo lo odierei" gli dico "mentre qui riesco a starci". Ma è un attimo, lasciamo i ragazzi ad anelare le finte fighe-tutte-uguali-che-una-vale-l'altra e siamo in cammino verso un locale sperduto, chilometri più in là. E mentre camminiamo sullo stretto marciapiede in una galleria proprio al di sotto del castello, nel posto peggiore da essere passeggiato di tutta Trieste, in cui un motorino ha lo stesso rumore di un Jumbo, verso un locale che poi era chiuso, e poi ancora per strade vuote e stanche sotto le nostre stanche gambe, mi rendo conto che avrei potuto dirvela così: "Sai, sotto casa era poco figo così ieri siamo andati in galleria!". Però mi andava di scrivere un po' più di un solo rigo.

martedì 28 aprile 2009

Risiera di San Sabba

Ieri sono stato alla Risiera di San Sabba, grazie a Sara che mi ha invogliato.
Qui a Trieste siamo in Italia ma si sente forte la presenza del confine. La frontiera e' nell'anima della citta'.
La Risiera rientra in tutto cio', sembra essere cosi' lontana dalla realta' italiana, eppure proprio qui sono state ammazzate, torturate migliaia di persone. E' stato l'unico vero lager nazista in territorio italiano.
Bisogna andare in posti come questo per cercare di capire, per evitare di cadere nell'inganno di chi vuole far credere che tutto sia uguale. Non e' vero, cosi' come non e' vera la sensazione di specialita' che sorge in noi quando scopriamo questi luoghi. Il sentire questi tragici eventi come lontani dalla vita reale, lontani dalla nostra quotidianeita' che ha a che fare con ben altri temi, piu' importanti, piu' concreti, e' un'impressione fallace.
Non basta mezzora di indignazione, ma piuttosto serve una reale consapevolezza, ovemai fosse possibile raggiungerla.

La Risiera e' un posto opprimente, intenso. Non e' sperduta nelle campagne o nascosta da qualche collina, ma e' vicina alle case, in una traversa di una strada qualunque nella periferia di Trieste.

giovedì 16 aprile 2009

Fitter Happier

mercoledì 15 aprile 2009

A few notes

Dopo tante assenza ingiustificate eccomi di nuovo. Tanta strada dal post precedente.


Il bagno nel lago.

È pericoloso fare il bagno nel lago, Fabio. Uno dei capisaldi della mia infanzia. Ed è anche pericoloso fare il bagno dopo mangiato. Per non parlare, poi, di quanto sia pericoloso fare il bagno nell'acqua fredda. La conseguenza logica di tutto ciò è arrivare alla soglia dei trenta e buttarsi di notte dopo cena in un lago ghiacciato, sentire lo shock del freddo, immergersi con la testa, urlare e scappare fuori, sentire il calore dell'aria, poter stare nudi dove pochi minuti prima si aveva freddo a stare vestiti.
Poi, dopo aver riso con i compagni di avventura, voler tornare di nuovo in acqua.



Scivolare nella tundra.

La collina più alta da queste parti misura circa 700 metri sul livello del mare. La Russia è vicina, pochi chilometri più in là delle mie tracce, Nordkapp è lontano e non mi spiego come mai sul mappamondo sembri così vicino. Non importa raggiungere la vetta né guardarmi intorno o curvare sulla neve dove la misera pendenza mi permetta di farlo. Ma come rendermi conto di tutto ciò, allora? dei boschi infiniti che vanno fino agli orizzonti, di questa parte del pianeta che sembra tutta uguale ma è sempre nuova, proprio come ogni altra terra? Mi concentro sul movimento allora, e quindi non ci penso più. La neve che mi cade addosso e il vento che ogni tanto mi entra sotto la giacca, gli sci che affondano o grattano la superficie, il bosco che non osa spingersi oltre l'altitudine che ritiene più conveniente per sé.
Non mi resta che essere in mezzo a tutto ciò.



Speakers.

La fortuna degli studenti, banale a dirlo, sta nel trovare qualche persona capace di catalizzare la propria attenzione. Parola di un distratto cronico che usa le lezioni di fisica spesso solo come perfetto letto su cui adagiare le proprie fantasie, come rumore di fondo stimolante per il sorgere delle idee, l'emergere delle cazzate o semplice sottofondo al rumore stesso che ritrovo in me.
Mi è facile allora riconoscere colui che sa davvero insegnare, che ci mette passione e al contempo è competente, che vuole che tu ascoltatore distratto veda crescere in te la volontà di capire cosa lui stia cercando di dirti.
In realtà, intuisco, una lezione è un momento in cui ti viene insegnato qualcosa. Solo che, molto spesso, non solo tu non sai cosa ti si stia insegnando ma, in maniera più profonda, non sei consapevole di cosa stai imparando.

domenica 15 febbraio 2009

Subterranean homesick alien

Riassunto delle puntate successive

Campobasso, neve e vino, rilassato a casa vicoli e scale, amici intramontabili,
amici,
immutevole casa camino fuoco e arrosto cavatelli e tracchiulelle,
neve e roccia fredda, formazione tipo allo stadio e poi commenti tradizionali

muoversi a memoria in strade e case e scenari di sempre e nottegiorno
di sempre treno Roma Bologna
Monaco.

Stockholm.

domenica 11 gennaio 2009

Omaggio a Fabrizio De Andrè

Le nuvole, anime salve,
verranno a chiederti del nostro amore,
quello che non ho,
smisurata preghiera
nella mia ora di libertà.

La ballata dell'amore,
cieco amico,
fragile bocca di rosa,
volta la carta.

Una storia sbagliata.
 
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