giovedì 30 dicembre 2010

Sogno di fine anno

Ora che sono nella penisola mi sono permesso di sognare dell'isola, forse per la prima volta.

Tornavo in Svezia dopo le settimane festive passate in Italia e la temperatura era inspiegabilmente alta, poco sopra lo zero. L'unità del mare ghiacciato tutt'attorno alla mia isoletta era infatti rotta da grandi ondate e dove la superficie marina rimaneva solida, non si trattava più di uno strato ghiacciato ben compatto, ma piuttosto di neve papposa. Mi rendevo conto di tutto ciò solo quando ero già sull'isola. Vale a dire che non avevo la minima idea di come fossi riuscito a raggiungerla, se in barca o a piedi.
Le temperature si erano alzate, dicevo. In realtà non era proprio vero, dato che si erano alzate sopra lo zero solamente dal giorno prima del mio arrivo. Era piuttosto vero che, dopo un periodo di ghiaccio solido, si era venuto a creare un nuovo equilibrio tra l'acqua e il ghiaccio marino, ossia l'acqua, con le sue onde, aveva di nuovo guadagnato terreno sul ghiaccio, raggiungendo così un nuovo stato di equilibrio. In altre parole, dopo l'iniziale vittoria del ghiaccio di inizio inverno si era passati ad una sorta di pareggio: il ghiaccio rimaneva ma l'acqua era riuscita a tornare in superficie in metà dell'arcipelago. Questo era lo scenario che vedevo da casa mia.
Arrivati al momento in cui dovevamo tornare sulla terraferma, non so per quale ragione io e i miei coinquilini decidevamo di portare a spalla la nostra barchetta attraverso tutta l'isola. Mille peripezie, il motore che si accendeva a metà strada sul sentiero, ma riuscivamo a raggiungere il porticciolo da cui imbarcarci. Da qui lo scenario era incredibile: rimorchiatori trainavano nel mare enormi lastre di ghiaccio sulle quali, nel frattempo, erano stati costruiti palazzi interi. Trainavano quindi pezzi interi di mare in mezo al mare stesso.
Ci mettevo un po' a capire cosa fosse successo nei miei giorni di assenza dalla Svezia. Era accaduto che diverse persone avevano deciso di spostare i propri palazzi per il periodo invernale proprio in mezzo al mare, basandoli sul ghiaccio. Ora che però il ghiaccio si stava sciogliendo, i rimorchiatori stavano provvedendo a riportare sulla terraferma le varie costruzioni. Sembra che fossero in molti a non aspettarsi un così repentino ritorno dell'acqua liquida nella superficie dell'arcipelago.
Ero estasiato, soprattutto perché pensavo al mio timore nel camminare su quello stesso ghiaccio che invece vedevo essere in grado di reggere il peso di palazzi interi. Si trattava dell'ennesima cosa che non mi sarei mai aspettato di vedere né sarei riuscito ad immaginare.
In questa situazione mi apprestavo a salire sulla barca per attraversare ancora una volta il tratto marino e raggiungere Stoccolma e il resto del mondo.

venerdì 17 dicembre 2010

Heading Home

To the city where a snowfall is magic
from the city where a snowfall is landscape

The city with the frozen sea
The city with the frozen lives

It's time to travel again, this time not from the island to the city and then to the island again, but on the route leading Home. I've passed through many new things and, what really matters, through new states of mind. Better to write it loudly, so that I will remember that it's still possible to experience completely unexpected situations. Always. And always beyond my imagination.
This year has been that of a deep excitation on the surface of a frozen sea and the intense relax of swimming in the late night sun, the year of the longest travels on the shortest distances, of the low pace on the long flat distances, of the high pace of my heart beating while sliding down a mountain. The year of all these empty things filled with people I have lived them with.
Now that my speed is high enough, here comes the time of a break.

No more writing for this year, now I'm just heading Home.

lunedì 6 dicembre 2010

Finchè nun ved' u' puorc' accis' ...

Finché nun ved' u' puorc' accis' iø nun cred' alla sauciccia.

Traduzione: Finché non vedo il maiale morto non credo alla salsiccia

Significato: Mai considerare raggiunto un risultato fintanto che l'opera non sia stata davvero portata a termine. Il paragone è quello con la truce e popolare pratica dell'uccisione del maiale, con la cui carne poi si produrranno vari insaccati tra i quali la salsiccia.

Origine: Ho ricercato tramite diverse fonti, ma pare che questo detto non esistesse fino ai primi di gennaio del 2009. Posso quindi vantarmi di aver assistito alla sua nascita unicamente insieme al suo ideatore!
La storia è questa. Stavo insieme a mio padre seduto nello studio di casa a Campobasso a chiacchierare dell'evenutalità che io venissi scelto per andare a fare il dottorato a Stoccolma. La cosa sembrava ormai certa anche se ancora mancava l'ufficialità. Io mi mostravo abbastanza sereno sulla possibilità di essere preso e mio padre stava forse per pronunciare il suo solito "per me le partite finiscono solo dopo il novantesimo, quando finiscono anche i minuti di recupero", quando invece si pronunciò con un secco: "Si, vabbuò, ma finché nun ved' u' puorc' accis' iø nun cred' alla sauciccia!".
Secondi di silenzio seguirono, nei quali io capii di aver assistito alla nascita di un detto popolare e lui di potersi fregiare, da quell'istante in poi, del titolo di "Creatore di detti popolari".

domenica 5 dicembre 2010

Non siamo gli unici a lamentarci dei treni

Addirittura in nord europa la gente odia i propri trasporti pubblici.
Quando arrivai in Svezia tutto mi sembrava perfetto: treni puntuali, servizi urbani impeccabili e se sei bravo ad organizzarti in anticipo riesci anche a ottenere buoni prezzi sui biglietti. Poi invece, arrivato l'autunno, ho scoperto che i treni fanno ritardo anche qui e non solo sporadicamente. Pare che in autunno, quando cadono le foglie, non ci sia nessuna maniera rapida di pulire i binari e i treni necessitano di rotaie pulite per poter viaggiare. Cosí i ritardi diventano una costante. Poi arriva l'inverno e i trasporti urbani vanno in tilt. La metro comincia a fare ritardi, gli autobus anche, e le persone si lamentano di tutto ció e distinguono minuti reali e "minuti SL" (SL è la sigla dei trasporti urbani di Stoccolma: Storstockholms Lokaltrafik). Com'è possibile che non si trovi una maniera per rendere regolare il traffico anche con la neve e il gelo in un paese che a queste condizioni dovrebbe essere abituato?
Altro mito caduto è quello della puntualitá dei treni in Olanda. Pare che gli olandesi non siano affatto contenti dei loro treni, che ci siano sempre problemi. Quello che ho sperimentato di persona è che se c'è un qualunque problema tutto il sistema va nel pallone.
Io resto comunque sempre affezionato ai problemi della mia vecchia cara freccia del Biferno, degli espressi e intercity con ritardi incalcolabili e soprattutto al sito web di trenitalia: il sito web di trasporti pubblici più difficile da capire, nonostante sia nella mia lingua madre!

venerdì 3 dicembre 2010

Transizioni di fase #3

Nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre ero a casa, sull'isola, e per una volta non ero tornato molto tardi. Accatastata la legna per accendere il fuoco sulla veranda piú vicina al caminetto, suonate quattro note al piano e cenato con pancake e macedonia, non mi é restato altro che sedermi davanti al caminetto e godermi la serata, rilassarmi e poi mettermi a dormire.
La giornata era stata fredda e se ne prevedeva una ancora piú fredda per il giorno seguente. Erano tre giorni che, attraversando il mare di mattina, io e i miei compagni di casa passavamo attraverso una bruma fumosa che si sollevava dalla superficie marina. La sera lo stesso fumo invece era meno visibile, dato che attraversavamo il mare solo quando il sole era tramontato giá da un pezzo. L'aria era frizzante e io avevo la netta sensazione che qualcosa stesse per accadere. Ció mi era stato chiaro quando, mentre ero in barca, avevo notato piú luminose del solito le luci della cittá verso occidente. Mi parevano piuttosto le luci di una qualche civilitá sperduta in un romanzo di fantascienza ambientato nel futuro. Mi era stato chiaro anche quando, mentre stavo di fronte al camino con Lene e Tim, i miei compagni di casa, mi pareva che stessimo lí di fronte a ripararci dalle intemperie esterne, che il ghiaccio ci stesse avvolgendo. Non mi sbagliavo poi di tanto.
Con tensioni come queste era impossibile andare a dormire per me, o comunque non aveva senso, cosí mi misi a leggere non lontano dalla vetrata del salone.

Da dove sedevo, l'unica parte di mare visibile, nell'oscuritá al di fuori della vetrata, era quella illuminata dalla luce esterna di una casa poco lontano dalla mia. In quell'angolo di Baltico erano chiare le onde che andavano a infrangersi contro la riva per poi ritornare nel mare aperto. Erano passate da poco le tre di notte quando, provando a cercare quelle stesse onde con il mio sguardo, la ricerca si fece vana. Tutto si stava ghiacciando intorno. Il mare scricchiolava mentre la sua superficie solidificava e iniziava a trasformarsi man mano in una distesa di ghiaccio. E io ero sveglio e presente nel momento in cui ció accadeva, nel bel mezzo di una trasformazione di fase della superficie marina. Ho preso a correre da una finestra all'altra della casa, ad affacciarmi fuori, a guardare in tutte le direzioni per poi calmarmi. Ció che si sentiva stesse per accadere era oramai accaduto. La transizione di fase che aspettavo con ansia da qualche giorno era iniziata e sarebbe proseguita nei giorni successivi.

Un chiaro passaggio, dentro di me, dal sapere dell'esistenza di un fenomeno al viverlo, dal guardare al toccare, dal leggere all'interpretare. Dalla fisica alla poesia, che l'una è descrizione e l'altra il descritto, l'una il prima e dopo e l'altra l'adesso, che l'una prende i fenomeni, gli eventi, e li avvicina all'uomo, l'altra prende l'uomo e l'avvicina alla realtá.
E, cosí, la transizione di fase è compiuta.

giovedì 2 dicembre 2010

Transizioni di fase #2

Il fumo marino, o nebbia di vapore, é anche conosciuto con il nome di fumo del mare artico (o antartico), o fumo congelato.
Si tratta di gas che sale dalla superficie marina e crea una nebbia al di sopra di essa. Questo fenomeno si verifica in giornate molto fredde, quando l'acqua marina in superficie viene a contatto con un'aria che è estremamente piú fredda di essa.
Si tratta di una transizione di fase. L'acqua marina, essendo in realtá una soluzione di sali, ha un punto di congelamento inferiore a zero gradi centigradi. Tuttavia si trova a contatto con un gas, l'aria, ad una temperatura inferiore al punto di congelamento dell'acqua marina stessa. Tutto ció porta ad un riscaldamento dell'aria a contatto con il mare: succede quindi che lo strato d'aria a contatto con la superficie marina sia piú caldo, e quindi meno denso e piú leggero, di quello che la sovrasta. Come conseguenza di ció si instaura un fenomeno convettivo: l'aria piú calda comincia a salire fino ad incontrare aria fredda. Quando la temperatura dell'aria è molto bassa, il vapore che sale attraverso strati d'aria man mano piú freddi condensa passando cosí allo stato liquido e creando la nebbia. Quando la temperatura é estremamente bassa, inferiore ai -30 gradi centigradi, il vapore invece va incontro a brinamento (o sublimazione), ossia passa allo stato solido senza passare per quello liquido, dando vita a cristalli di ghiaccio. Si parla, in questo caso, di nebbia ghiacciata.

Assistere a questo fenomeno è qualcosa di molto suggestivo. Un fumo bianco aleggia sopra la superficie marina senza quasi toccarla e sale in maniera irregolare, creando una sorta di velo bianco ondeggiante nell'aria, come se ci fosse qualcuno che, soffiando, lo facesse muovere.

Pian piano poi, al persistere di temperature al di sotto dello zero, il mare continua a cedere il suo calore e si prepara ad un cambiamento di fase.
Nell'arcipelago di Stoccolma la gente dice che dopo tre giorni consecutivi con fumo sul mare il ghiaccio comincerá a formarsi sulla superficie marina. Dicono anche che, quando il ghiaccio inizia a formarsi, si senta un intenso scricchiolío. È il momento in cui i cristalli di ghiaccio, formatisi in seguito all'abbassamento della temperatura al di sotto del punto di fusione, si sistemano insieme per dare vita ad una nuova fase dell'acqua marina.

mercoledì 1 dicembre 2010

Transizioni di fase

Si parla di transizioni di fase quando la materia passa da uno stato di aggregazione ad un altro. Gli stati di aggregazione piú comuni nella vita quotidiana sono quello gassoso, quello liquido e quello solido. Ne sono esempi, rispettivamente, l'aria che respiriamo, il caffé che beviamo, il metallo di cui sono fatte le nostre automobili.
Il mare in cui nuotiamo.
La vita come noi la conosciamo è possibile grazie alla presenza di una sostanza: l'acqua. Alle temperature in cui la vita è possibile, l'acqua puó esistere in tutte e tre le forme suddette e trasformarsi dall'una all'altra.
La forma gassosa é detta vapore acqueo. Quando la pressione aumenta o la temperatura diminuisce in maniera sufficiente, il vapore acqueo condensa, passando cosí alla sua fase liquida, conosciuta come acqua. Il processo inverso si chiama invece evaporazione. La fase liquida puó a sua volta passare a quella solida tramite la solidificazione, e poi ritornare ad essere liquida tramite fusione. Quando l'acqua solidifica diventa ghiaccio.
Alla pressione a cui l'uomo é comunemente abituato a vivere, ossia quella dell'aria al livello del mare, il processo di solidificazione per l'acqua avviene alla temperatura di zero gradi centigradi.
 
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