giovedì 21 ottobre 2010

Osservatorio, parte seconda

Come raccontato in varia letteratura, le persone hanno spesso due aspetti differenti, totalmente opposti l'un l'altro. Ecco un esempio naturale dell'altro mio lato, tramite una storiella.
Stasera preso da un attacco di "astronomitite" acuta, ossia una veemente necessitá di alzare gli occhi al cielo e osservarlo, approfitto del cielo pulito e me ne vado all'osservatorio. Per la prima volta mi trovo a maneggiare un telescopio da un metro da solo, ad essere l'unica persona che opera sotto la cupola che lo protegge.
Sono fiducioso, ho tutte le istruzioni a portata di mano e so cosa fare. Seguo il manuale passo passo, solo che invece di iniziare ad osservare un oggetto semplice, tipo la Luna, mi dirigo direttamente su una galassia, M81.
Metto in moto il telescopio, questo inizia a muoversi e poi si ferma in una posizione completamente casuale e non ne vuole sapere piú di muoversi. Le provo tutte, riavviare, usare il controllo manuale. Niente. Per fortuna non è molto tardi e posso chiedere l'aiuto di qualcun altro che sta ancora nel suo ufficio, due piani piú in basso. Mi vengono in aiuto due "veterani" del telescopio: le provano tutte anche loro, ma niente. Addirittura, dopo aver mosso il telescopio a mano, questo ritorna automaticamente a puntare nella direzione di prima e da cui non si vuole muovere. Insomma, sono riuscito a mettere, per caso, il telescopio in una posizione da cui è impossibile spostarlo,
Alla fine siamo costretti a muovere questo piccolo mostro da un metro esclusivamente a mano, neanche fosse un giocattolo, un telescopio di quelli che si regalano ai bimbi. E io sono costretto a rinunciare alle mie osservazioni di stasera.
Ora, come si interpreta questo episodio?
Qualcuno direbbe che è sfiga. Non lo é.
Qualcun altro direbbe che è colpa di qualcuno piú in alto. E questo potrebbe essere il caso.
Chi invece mi conosce lo sa qual è il motivo: se metto mano su qualcosa, questo per principio all'inizio non funziona, a prescindere dal fatto che io segua o meno le istruzioni.

Una fabiata come un'altra,
se la vogliam cosí chiamare,
o anche una delsordata,
per meglio definirla.
Ma direbbe una maestra,
dal verbo un po' volgare:
"Hai fatto una cazzata,
sará ora di finirla?"

10 commenti:

sara ha detto...

perchè sottovalutare le cazzate? magari quella posizione era super favorevole per un altro tipo di osservazione, no?!

Fabio Del Sordo ha detto...

uhm...potrebbe esere..
(parola conferma derrhiac, tipo il famoso ispettore...)

sara ha detto...

a me tainsion, come il famoso pugile!

Anonimo ha detto...

ma come è finita? stai a vedere che te lo fanno ripagare?

Fabio Del Sordo ha detto...

Per ora é finita che nevica e quindi il telescopio non si puó sare:scopriranno il tutto solo al disgelo, tra 6 mesi, e io saró chissá dove.
Se mi sgamano invece ritratto tutto, accuso le sinistroidi congiunzioni astrali e mi faccio fare un'apposita norma che mi permette di fare qualsiasi danno, meglio nota come LODO AL DANNO.

Anonimo ha detto...

l'altra alternativa è: chiamo Ciro
(l'anonimo di prima sono sempre io cioè mamma)

Fabio Del Sordo ha detto...

Non nominare il nome di Ciro invano, e comunque non lo conosco né lo scomoderei per tanto poco.
Comunque...
Telescopio giá riparato, tipica efficienza nordica.
C'è stato anche il previsto LODo AL DANNO, ossia il mio danno é stato lodato: come conseguenza di quanto accaduto ieri sono sato inserito definitivamente tra gli utenti stabili del telescopio.
Tsk Tsk.

Fabio Del Sordo ha detto...

(pensi che non ti avessi riconosciuto dal tono minatorio e preoccupato delle tue parole??)

sara ha detto...

hai visto che non bisogna sottovalutare?! cmq cancella queste prove telematiche

Fabio Del Sordo ha detto...

quali prove? di che stai parlando? e chi sei?

 
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