venerdì 1 ottobre 2010

Approdi

Ció che davvero é unico in tutto ció é il riuscire ad unire viaggio e routine.
Che quando si viaggia non si vive un posto per la mancanza della ripetizione quotidiana dei gesti e dei percorsi, e quando si abita un luogo, il ciclo delle attivitá che si ripete al ritmo di un orologio a pendolo, fermandosi solo quando una ricarica di energie esterne è indispensabile, non lascia spazio alle novitá che un viaggio solo sa proporre. Il viaggio fa incontrare gli abitanti e le loro abitudini, sfuggendone spesso il senso. Gli indigeni vedono i viaggiatori passare senza intuire l'origine né la direzione dei loro cammini. La soluzione pare essere quella in cui un cambiamento di strada, di tempi, di punti di vista, soddisfi il rifiuto di assuefazione ad una cadenza giornaliera nelle proprie avventure.

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Forse sto entrando troppo nella forma "diario", lasciando quella "post", aspirando a quella "ho scritto una cosa che mi piace" e sognando quella epistolare, in cui una parola sia ricevuta da ogni lettore come un cenno ad egli stesso e nessun altro. Scrivere davanti al camino, in riva al mare, dá questi effetti collaterali. Poi finisco a scrivere qualcosa di troppo corto e inconcluso, come questo corsivo, o di inutilmente lungo, come la parola inutilmente in questa frase, anch'essa troppo lunga.

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Dopo aver attraversato il mare approdo sull'isola, piú o meno ogni giorno ad un'ora diversa dal precedente. È un'isola piccola, ma di una certa estensione. Ogni giorno una diversa ora corrisponde ad un nuovo isolano che mi ospita nella sua barca. Barche piccole ed estive o provviste di una cabina di pilotaggio ben riparata dalle intemperie. Ogni barca corrisponde ad un punto di approdo e cosí ad un nuovo tragitto da fare verso casa. Se i sentieri li ho oramai percorsi giá quasi tutti, molte sono ancora le ore del giorno e della notte in cui possa girovagarne attraverso. Poche e sottili le differenze, solo per occhi attenti.
Ieri qualcosa di non calcolato mi ha fatto arrivare a casa solo alle 20. Oggi erano le 21 quando ho messo piede sull'isola e le 21 e 15 quando sono arrivato a casa, l'altro ieri alle sei avevo giá lasciato lo zaino in camera ed ero giá a suonare il piano, pensando a cosa preparare per cena.
Dettagli che non importano a nessuno, di una monotona ordinaria amministrazione che rende vero e tangibile il viaggio in cui mi sto barcamenando.

1 commento:

Anonimo ha detto...

i dettagli interessano me. Mi servono per esserti vicino nel tuo viaggio
mamma

 
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