giovedì 26 dicembre 2013

Su come prendere un aereo - edizione parigina

Altro episodio della saga: come prendere un aereo.

Decollo previsto: ore 11:55, Aeroporto di Orly, del 20 Dicembre 2013.

Sveglia programmata: 7.50
Mi chiedo, appena sveglio, perché abbia messo la sveglia a quell'ora.
Ore 7.55: Mi ricordo che devo prendere l'aereo per tornare a casa.
Ore 7.56: Decido che è ancora troppo presto per alzarmi.
Ore 8.40: Decido che forse è ora di alzarmi dal letto.

Ore 8.45: Risoluzione di problemi esistenziali sotto la doccia.
Ore 8.50: Risolti i problemi esistenziali, decido di passare a quelli pratici relativi alla preparazione del viaggio.

Ore 8.55: Un caffè aiuta a concentrarmi sui problemi pratici. Sorseggiarlo contemplando la città come appare dalla mia finestra aiuta a godermi il caffè.

Ore 8.57: È il caso di cominciare a vestirsi.

Ore 8.59: è il caso di cominciare a pensare di preparare i bagagli. Avrei dovuto farlo ieri sera, ma non mi andava, come sempre.

Ore 9.00: Faccio mente locale di ciò che mi devo portare. Materiale da scialpinismo, fotografia, astrofisica. Vestiti e spazzolino da denti. Passaporto. Patente. 
Ore 9.02: I vestiti che ho addosso sono abbastanza. A casa ne troverò degli altri.

Ore 9.07: Zaino pronto.
Ore 9.08: Realizzo di aver dimenticato lo spazzolino da denti.
Ore 9.09: Zaino pronto.

Ore 9.10: Realizzo che dovevo chiedere un rimborso sul pianoforte comprato due mesi fa, e che devo farlo entro il 31 dicembre, in Francia. L'ultima possibilità, in buona sostanza, è oggi.

Ore 9.11: Momento di sconforto. Forse non ce la farò. Fine momento di sconforto.

Ore 9.12: Raccatto i documenti necessari al rimborso, sperduti tra mille fogli nello zaino che era già chiuso. Mi rendo conto che manca un fantomatico codice a barre che dovrebbe essere sulla scatola del pianoforte.
Ore 9.13: Forse mi serve un altro caffè. No, meglio cercare il codice a barre.
Ore 9.16: Dopo aver girato almeno 30 volte i 6 lati della scatola del piano, una cassa alta circa due metri, trovo il codice a barre.
Ore 9.19: Due minuti per staccarlo senza distruggerlo. Ma: a che indirizzo devo spedirlo? trovo l'indirizzo scritto in microcaratteri su uno dei documenti da inviare. Dovrò comprare una busta da qualche parte e trovare una cassetta della posta.

Ore 9.20: Richiudo lo zaino, pronto per uscire.

Ore 9.21: Un ultimo controllo a casa, controllo che ritenevo inutile, mi dice che ho dimenticato la spazzatura e del latte e del pane. 

Ore 9.22: Prendo le due cose, decido di dare il pane e il latte a un mendicante che è sempre appostato di mattina all'ingresso della metro di Bastille. Esco, consapevole di aver dimenticato qualcosa e che non è detto che l'aero aspetterà me.

Ore 9.23: Parlo in italofrancoinglese con il tipo del tabacchino sotto casa per dirgli che mi serve una busta e un francobollo. Metto i documenti nella busta e la chiudo. Hey! un momento, che ci fa il codice a barre che dicevo prima ancora fuori dalla busta??? Riapro la busta, inserisco il codice a barre e la richiudo. Il tabaccaio mi guarda con gli occhi a forma di punto interrogativo. 

Ore 9.24: Invio la busta, vado alla metro, lascio latte e pane al (presumibilmente) senzatetto, mi fermo a fare due chiacchiere con lui. 

Ore 9.26: Prendo la metro, arrivata giusto in tempo per me.

Ore 9.36: Cambio a Place d'Italie in direzione Marie d'Yvry. Decido di prendere la strada più lunga per l'aeroporto perché la più economica. Non ho la minima voglia di spendere 9 euro di Orlyval, un trenino di 6 minuti che connette la RER B all'aeroporto di Orly. Né, tantomento, ho voglia di prendere la RER B, che mi fa già imprecare ogni giorno per i suoi ritardi sulla via verso il mio posto di lavoro.

Ore 9.50: Scendo a Porte de Cluchy, trovo il 183 già pronto alla partenza verso l'aeroporto. Mi fermo a fare due foto ad un palazzo che mi piace tantissimo, proprio di fronte alla stazione dell'autobus.
Ore 9.52: Perdo l'autobus, che mi parte davanti agli occhi.

Ore 9.53: Faccio un'altra foto al suddetto palazzo, aggiungendo in primo piano un albero che rende il tutto ancora più interessante ai miei occhi.

Ore 9.59: Prendo il 183 verso Orly.

Ore 10.12: Inizio a scrivere questo post sull'autobus.

Ore 10.24: Una ragazza con un trolley che è nell'autobus con me scende ad una fermata. Io, distratto dallo scrivere, penso che forse siamo già in aeroporto, dato che l'unica persona nell'autobus con un bagaglio sta scendendo lì.
Chiudo tutto e in un istante scendo dall'autobus. In due istanti mi rendo conto che quello non è l'aeroporto, che quella ragazza sta scendendo lì per una qualche misteriosa ragione e che sono nel bel mezzo di una banlieu di Parigi. Risalgo sull'autobus. L'autista dell'autobus mi guarda con la stessa faccia del tabaccaio.
Ore 10.25: Riprendo a scrivere il post.

Ore 10.44: L'autobus 183 finisce la sua corsa a Marie d'Orly, e non sono ancora all'aeroporto. L'autista mi dice di scendere e aspettare il prossimo bus alla stessa fermata.
Ore 10.49: Arriva un bus, ma è anche questo a fine corsa.
Ore 10.49: Manca un'ora e cinque minuti alla partenza e ancora non ho idea di dove sia l'aeroporto.
Ore 10.49: Comunque sia ho la carta d'imbarco e solo bagaglio a mano. Ho le spalle coperte. Apro il computer alla stazione dell'autobus e continuo a scrivere questo testo. Mancano ancora 6 minuti all'arrivo del bus per l'aeroporto, o almeno questo è quanto dice la tabella elettronica alla fermata dell'autobus. L'ho vista solo adesso.

Ore 10.56: Arriva l'autobus, guidato da una simpatica donna di colore.
Ore 10.57: La direzione dell'autobus è quella opposta alla mia destinazione! Ma, misteriosamente, passerà anche per la mia destinazione. Bah.
Ore 11.15: Arrivo all'aeroporto di Orly, terminal Sud. La mia certa d'imbarco dice che l'imbarco chiude alle 11.25. Secondo me è una cazzata.

Ore 11.25: Dopo aver attraversato un aeroporto affollatissimo e passato i controlli, arrivo all'imbarco. La coda è ancora lunga. Sono in anticipo. Posso scrivere le ultima righe di questo post e poi mi rilasserò in volo. Direzione: casa.

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