martedì 26 giugno 2012

Una mattina al mare

Come sempre, finisco a rileggere vecchie lettere, email.
Inaspettata, trovo qualcosa il cui ricordo era stato totalmente cancellato e che mi riporta ad una mattina di dicembre di cinque anni fa.

* * * * * * *

Una mattina al mare.

d'inverno di dicembre appena iniziato.
di onde e freddo sulla sabbia sporca.

di tronchi d'albero riversi sulla battigia
e montagne incappucciate dalle nuvole all'orizzonte.

di surfisti in branco alla caccia dell'onda
di onde in fila indiana infastidite dai surfisti

di qualche sparuta persona che camminava sulla spiaggia
di parcheggi vuoti della folla estiva
di teste vuote della follìa estiva
e in bilico tra la severità dell'inverno e quella del mare,
di teste melanconiche dell'autunno che sta per svanire.

l'autunno è nelle strade, nelle foglie che cadono,
e non nel mare piatto e freddo che partorisce sulla riva grosse onde

la primavera sarà nei prati verdi, nelle radure dove la gente cuoce la carne sulla brace
e gioca a pallone negli utlimi giorni d'aprile
e non nel mare di nuovo tiepidamente tiepido.

il mare è inverno.
o estate.
estremale, di confine.
non mediocre nè depresso, non autunnale.
inavvicinabile quando l'umore non è quello giusto,
avvolgente e accogliente se nel giorno buono.

in completa sintonia o discordanza,
specchio totale, del cielo e dell'animo,
e quindi splendido, o inguardabile.

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