mercoledì 15 aprile 2009

A few notes

Dopo tante assenza ingiustificate eccomi di nuovo. Tanta strada dal post precedente.


Il bagno nel lago.

È pericoloso fare il bagno nel lago, Fabio. Uno dei capisaldi della mia infanzia. Ed è anche pericoloso fare il bagno dopo mangiato. Per non parlare, poi, di quanto sia pericoloso fare il bagno nell'acqua fredda. La conseguenza logica di tutto ciò è arrivare alla soglia dei trenta e buttarsi di notte dopo cena in un lago ghiacciato, sentire lo shock del freddo, immergersi con la testa, urlare e scappare fuori, sentire il calore dell'aria, poter stare nudi dove pochi minuti prima si aveva freddo a stare vestiti.
Poi, dopo aver riso con i compagni di avventura, voler tornare di nuovo in acqua.



Scivolare nella tundra.

La collina più alta da queste parti misura circa 700 metri sul livello del mare. La Russia è vicina, pochi chilometri più in là delle mie tracce, Nordkapp è lontano e non mi spiego come mai sul mappamondo sembri così vicino. Non importa raggiungere la vetta né guardarmi intorno o curvare sulla neve dove la misera pendenza mi permetta di farlo. Ma come rendermi conto di tutto ciò, allora? dei boschi infiniti che vanno fino agli orizzonti, di questa parte del pianeta che sembra tutta uguale ma è sempre nuova, proprio come ogni altra terra? Mi concentro sul movimento allora, e quindi non ci penso più. La neve che mi cade addosso e il vento che ogni tanto mi entra sotto la giacca, gli sci che affondano o grattano la superficie, il bosco che non osa spingersi oltre l'altitudine che ritiene più conveniente per sé.
Non mi resta che essere in mezzo a tutto ciò.



Speakers.

La fortuna degli studenti, banale a dirlo, sta nel trovare qualche persona capace di catalizzare la propria attenzione. Parola di un distratto cronico che usa le lezioni di fisica spesso solo come perfetto letto su cui adagiare le proprie fantasie, come rumore di fondo stimolante per il sorgere delle idee, l'emergere delle cazzate o semplice sottofondo al rumore stesso che ritrovo in me.
Mi è facile allora riconoscere colui che sa davvero insegnare, che ci mette passione e al contempo è competente, che vuole che tu ascoltatore distratto veda crescere in te la volontà di capire cosa lui stia cercando di dirti.
In realtà, intuisco, una lezione è un momento in cui ti viene insegnato qualcosa. Solo che, molto spesso, non solo tu non sai cosa ti si stia insegnando ma, in maniera più profonda, non sei consapevole di cosa stai imparando.

1 commento:

Gemmina ha detto...

apprezzare il caldo dell'aria fredda è come apprezzare l'odore dell'aria all'uscita da una grotta... e' sempre aria, ma molto più aromatica di quella che si trova imprigionata tra i vuoti sotto la Terra
...ed anche in quel caso non riesci a voler altro che rientrare...
:)

 
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