domenica 7 dicembre 2008

Herbie Hancock Sextet al Konserthuset

Musica moderna più che jazz. L'ho pensato quasi per tutto il tempo del concerto in cui sono riuscito a pensare. Quindi per circa cinque minuti. Su tre ore di musica non è male. Suite di decine di minuti, improvvisazione totale per chitarra e voce in stile africano, un brano quasi per sola batteria, un pezzo di solo piano che è terminato con una scarica di arpeggi trasformatasi in una travolgente esecuzione di Cantaloupe Island.
Poi è stato difficile non abbandonarmi a me stesso o incantarmi sui ritmi impossibili del batterista e cercare di decifrare il suo tocco guardando le bacchette. I segnali che arrivavano alle orecchie erano troppo più veloci di quanto io possa elaborare con la vista.
Per me la musica dal vivo è magnetismo.

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