Qui sulla Terra diciamo che una stella si trova nella fase di sequenza principale quando riesce a usare l'idrogeno nel suo nucleo per riuscire a brillare e splendere nel cielo. Formatasi chissà come e quando, dalla massa decisa da chissà quale sorta di DNA stellare, ogni stella all'inizio della propria vita è composta quasi totalmente dall'idrogeno. Dall'elemento più semplice che esiste nell'universo conosciuto, e quello che occupa la prima posizione in alto a sinistra nel sistema periodico in cui ci divertiamo a catalogare gli atomi che popolano il cosmo.
martedì 29 novembre 2022
δ Ursae Majoris
mercoledì 10 marzo 2021
A Lei
Dell’arrivo,
Di Chania, sorella di Venezia
Di Giouchta, montagna sacra
Delle onde di Kokkini Kani
Degli autobus per Archanes
Del labirinto al centro di Irakleio
Del mare, unico vero orizzonte
Del Meltemi
Della via Lattea dalle spiagge meridionali
Dei limoni, degli aranci, degli ulivi
Delle piogge scroscianti e del sole a picco
Delle gole scavate da fiumi ancenstrali
Di pastori, pecore
Di marinai montanari
Di rotte marine
Di guerre, invasioni, e delle terre che ne sono nate
Del caos dei vortici aerei
e della calma portata dal vento
Di miscugli di umani di tutto il mondo
Di vie che si incrociano
e di altri vie che si diramano verso nuove scoperte.
Di una, o tante, supernovae
Della materia di cui sono fatti
le querce
il cielo
la luna e le stelle
i sogni e gli umani.
Di tutto ciò è mia figlia.
Al Viaggio
L’isola l’ho capita
quando l’ho lasciata
galleggiando su quell’acqua
a cui lei è ancorata.
Le sue luci da lontano,
sempre più fioche al proseguir
della mia rotta,
erano nient’altro che le vite
che avrei potuto vivere,
le strade che avrei potuto calcare
e le visioni che avrei incontrato su di esse.
Invece no.
I suoi contorni, lineamenti frastagliati
come una chioma d’ulivo,
al mio allontanarmi m’indicavano
gli intagli, i graffi che portava,
nient’altro che i cammini da me percorsi.
Allora vidi i momenti che parevan persi
ma erano il vero me,
e le mie corse
per cercare nella città
angoli che mi parevan nulla
ma erano tutta la storia che lì ho lasciato.
Alla ricerca di me stesso:
chi ha la fortuna di non farlo?
e alla scoperta che la mia natura
è quella di esse perso,
del ricercare,
che non esiste nel mondo del certo
del respirare,
che è ricerca continua di nuova aria
del raccontare,
che è ricerca di linee nuove nel vissuto e nel futuro,
è allontanarsi dall’isola e scoprirne nuove luci.
Ho capito l’isola solo quando l’ho lasciata in nave.
A Creta
Avrei voluto amarti
eppure non l’ho fatto.
Dagli ulivi che sono a popolarti
solo un frutto ho colto.
Delle onde che ti bagnano
solo una m’ha abbracciato.
E di quegli orizzonti che continuano a chiamarmi ogni dì e notte
per essere esplorati
solo uno ho attraversato
per vederne poi altri mille
che non avrei mai immaginato.
Avrei voluto amarti
eppure perché non l’ho fatto?
Perché adesso so di non poterti
scoprire perfetta
senza lo slancio dell’amore,
né saperti sbagliata
senza che l’amore sia finito.
Né tu puoi scoprire di me altro che la tessitura della pelle
perché una carezza è troppo poco per conoscersi.
Ma è fin troppo per sognarsi.
Ricordi che mi mostravi le acque
del tuo mare
camminando per Irakleio
giù fino alla fortezza?
Mentre intorno nessuno poteva
immaginare i nostri sogni
al sicuro, celati dalla tua drammatica
bellezza
di storie così ardite
che dall’antico osano giungere
fino al presente.
E poi Dia,
quell’isola che mi indicavi ogni giorno,
affacciata sulla fortezza,
una linea dal fascino
di un domani inarrivabile,
uno specchio deserto
di tutta la tua storia.
Come l’amore tra di noi
uno specchio deserto di noi stessi.
Dalla cima dei tuoi monti
Dia l’accarezzavo con un dito
solo perché si trovava lì,
pur senza aver capito
perché ne fossi innamorato.
Dia era un riflesso
del nostro amore,
a portata di mano e inafferrabile,
che esiste solo nel gesto dell’accarezzare
e fugge a ogni possesso.
Avrei voluto amarti
e allora l’ho fatto
quando ero distratto
nei ritagli di tempo
per salvarmi dai miei dubbi
e difendermi dalla mia certezza
di non essere abbastanza.
martedì 5 novembre 2019
La mariposa del desierto
domenica 1 gennaio 2017
Recuerdos de Suramérica
Salgo y me doy cuenta que no tengo necesidad alguna, en este momento. Solo quiero esperar. Aguardar el futuro, lejos de mi. Aplazar el viaje hasta el día después.
¿Cual es la parte mas emocionante de un viaje, sino la noche ante de partir? ¿Las ideas vagas de lo que encontraré? ¿Lo conciencia que el viaje va a pasar?
La pulcritud del inicio es lo que busco en cada trato de mi recurrido.
Miro este oceano del sur, un mar que no conozco y que me parece enorme. Impresión del viajante que hasta ahora se olvidó de usar sus ojos para descubrir. De todas las veces, ¿cual es la que voy a recordar, sino la primera? Miro este oceano del Sur y viajo hacia el norte, un viaje de vuelta. La playa
donde camino lleva señas de destrucción.
Chaiten es una ciudad cancelada por un vulcano que lleva su mismo nombre y queda cerca, detrás de montañas y nubes que veo inminentes. Toda esta ceniza, que juega a ser arena costera, empuja mi sentidos hacia la nieve del norte, que, como este desierto, siento casa y frontera, hogar y hoguera. Hielos ancestrales excavaron fiordos, golfos y calas acá como en Noruega, dejando firmas parecidas: huellas dactilares de glaciares que se mudaron a ser dedos de oceano.
¿Que es mi casa sino un punto donde lo que conozco queda no más que al lado de lo que puedo descubrir? ¿Que es sino la revelación que un día de mi vida es no más que una zona de mi alma?
Si mi casa fuera un lugar, sería donde los caminos hechos mil veces me llevan una mirada nueva cada dia. Si, en vez, fuera un tiempo, por lo tanto sería hoy día, no mas que un pasito antes de las descubiertas que haré mañana. Solo en nuestra imaginación se convierte a ser un entonces, cuando hay miedo de un paso escondido hasta el día siguiente. Siempre es un reconocer, como cada descubrimiento verdadero.
Suponía de cruzar el mar en un transbordador, subiendo por la línea costera oriental de la isla grande de Chiloé, y llegar hasta Puerto Montt. En vez me junto a los otros pasajeros, disfrazo mis percepciones con las suyas y vuelvo al bus, hacia el norte.
(Chaitén, Octubre 2011)