mercoledì 10 marzo 2021

Al Viaggio

L’isola l’ho capita

quando l’ho lasciata

galleggiando su quell’acqua

a cui lei è ancorata.


Le sue luci da lontano,

sempre più fioche al proseguir 

della mia rotta,

erano nient’altro che le vite 

che avrei potuto vivere,

le strade che avrei potuto calcare

e le visioni che avrei incontrato su di esse.


Invece no.


I suoi contorni, lineamenti frastagliati

come una chioma d’ulivo,

al mio allontanarmi m’indicavano

gli intagli, i graffi che portava,

nient’altro che i cammini da me percorsi.


Allora vidi i momenti che parevan persi

ma erano il vero me,

e le mie corse 

per cercare nella città 

angoli che mi parevan nulla

ma erano tutta la storia che lì ho lasciato.


Alla ricerca di me stesso:

   chi ha la fortuna di non farlo?

e alla scoperta che la mia natura

è quella di esse perso,

del ricercare,

   che non esiste nel mondo del certo

del respirare,

   che è ricerca continua di nuova aria

del raccontare,

   che è ricerca di linee nuove nel vissuto e nel futuro,

è allontanarsi dall’isola e scoprirne nuove luci.


Ho capito l’isola solo quando l’ho lasciata in nave.

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