Un altro sogno, dopo quello sudamericano, era quello di avere tra le mani un libro scritto da me.
Un libro su qualche strano argomento di astrofisica che io fossi in grado non solo di scrivere, ma anche di capire, almeno in parte. Perché, è chiaro, non è scontato capire tutto ció che si scrive.
Era un sogno, ma anche la ragione per cui queste pagine (che sono pagine anche se vengono chiamate "post") nacquero e uno dei motivi dei su e giú annidati nelle mie parole.
Avevo sognato di celebrare la nascita di questo libro parlandone con qualcuno che lo capisse meglio di me, con accanto amiche e amici, i miei genitori, e la presenza, anche se non fisica, di quelle persone che porto con me, nei miei pensieri e nelle mie parole, ogni giorno.
In una cittá del nord dove capitai piú o meno per caso durante un viaggio di quattro anni fa, nel sogno banchettavo fino a tarda notte con queste persone, con cibi di cui sento ancora il sapore in bocca.
Ora che quel momento è passato ne sento ancora addosso l'entusiasmo e vedró di trascinarlo con me
in ció che verrá.
martedì 20 novembre 2012
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