lunedì 12 settembre 2011

Riparto da Stoccolma

Non dormo stanotte. Non mi capita quasi mai. Ho l'energia di chi è sveglio e quindi è l'ora di ricominciare dopo piú di due mesi.

Stoccolma oggi era bella. Le mongolfiere galleggiavano nel cielo soleggiato sopra Södermalm e si muovevano nelle correnti aeree. La gente era appollaiata in ogni dove, negli angoli di sabbia o sulle rocce tra gli alberi in riva al mare, sui prati, sui pontili in legno o sulle vecchie sdraio tenute nello scantinato fino al giorno prima.

Ma ció accadeva due giorni fa.
Oggi Stoccolma era piovosa da farmi stare in casa ad occuparmi di mille cose indispensabili, o forse inutili se solo avessi avuto il coraggio di uscire, da far scorrere grigio il mio tempo, da farlo sembrare giá passato e senza speranza.
O forse era cosí un mese fa.
Oggi invece la cittá era piovosa, si, ma da farmi uscire lo stesso, e poi è stata in grado di accogliere il sole nel pomeriggio, il sole dei pomeriggi autunnali che si fa spazio tra le nuvole e si bagna nelle pozzanghere e si rotola nei tappeti di foglie rosse.
Stasera è buia, dell'oscuritá autunnale che ti invoglia a stare a casa a scrivere o leggere, e domani sará brillante, come tutti i domani di chi li aspetta impaziente e poi se li ritrova giá alle spalle.
Mi ritrovo a scrivere, prendere appunti sulle giornate dell'ultimo periodo e dimenticare quelli dei mesi ancora piú lontani nel passato.
Mi ritrovo che è ancora un altro giorno e ancora non sono al passo con i miei appunti, che non sapevo se scrivere di ieri o di un mese fa e ho giá un nuovo ieri da raccontare.
Mi ritrovo a lasciare pagine bianche prima dei nuovi racconti, e cosí avere spazio per terminare i vecchi.
Invece scriveró nella prima pagina bianca che trovo. In fondo ciò che voglio è ricominciare.
Non credi che sia abbastanza?

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