mercoledì 6 aprile 2011

Giú dal vulcano

Via Etnea parte dal mare e punta verso l'Etna. Si chiama così perché, se si proseguisse sempre dritti in direzione nord, si arriverebbe sull'Etna.

Nello zaino, partendo da Stoccolma, ci ho messo solo lo stretto necessario. Sci inclusi. Il resto sapevo che l'avrei trovato in loco: neve, montagne e persone con cui condividerle.

Riccardo mi dice che ha un amico che l'Etna lo conosce molto bene, che é li che porta sempre a spasso i suoi sci e che, guardacaso, si chiama anche lui Riccardo.
Lo chiamo mentre sto camminando per via Crociferi e in un minuto mi dà gli orari degli autobus per raggiungerlo a Zafferana Etnea e da lì andare sul Vulcano.
In un altro minuto mi ritrovo che è sabato mattina, che scendo per via Etnea con gli sci in spalla e le vecchiette che mi guardano incazzate, che salgo sull'autobus per fare la tratta Catania-Zafferana Etnea e che scendo nella piazza di questo paesino siciliano. Più che una piazza è una enorme terrazza sul mare a circa seicento metri di altezza, con un paio di signori che squadrano i miei sci appoggiati sulla panchina dove forse sono soliti sedersi.
Riccardo mi passa a prendere con la sua macchina e la mezzora che separa la piazza di Zafferana dalle pendici innevate del Vulcano è abbastanza per conoscerci e capire che passeremo una grande giornata sulla neve.
Sole da stare in maniche corte, neve perfettamente trasformata, primaverile, e nessun'altra meta che non sia quella di andarsene a spasso sull'Etna, di conoscerne i mediterranei e sterminati orizzonti che si aprono al di lá delle sue creste fatte di lava.
Noi puntiamo verso la Montagnola e da lassù vediamo la Calabria e oltre, la valle del Bove che si distende verso oriente. A Nord Le Eolie rimangono oniriche al di là delle nuvole.
Penso a come sia disinteressato a raggiungere la cima del Vulcano, o una cima qualunque. Quanto un posto possa addirsi ad un giorno della mia vita, non sta scritto nella sua altitudine.
Scendiamo nella valle che costeggia i crateri Silvestri con una magnifica sciata primaverile, per poi risalire il cratere Silverstri superiore.
E sciamo sul bordo di questo cratere, sopra un effimero e bianco manto nevoso che copre e scopre il fondo di nere pietre laviche.
Giú dal vulcano, giú verso Zafferana Etnea, saluto Riccardo con la certezza che ci rivedremo. Ed è ancora mezzogiorno, giú verso Catania.

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