Di alcuni momenti a volte non so che farmene, a volte invece é bello trasmormarli in altro, magari anche solo per provare.
Di ritorno a Stoccolma giá da un bel po'. Non scrivo da un'eternitá e come sempre non voglio raccontare il passato troppo remoto. Parliamo solo della giornata che si é appena conclusa allora.
Giornata inutile. Tipico: dopo dieci giorni che vado nello stesso posto giá la routine mi opprime.
Cosí la giornata lavorativa passa via inutile, senza progressi, con tante cose che ho da scrivere che rimangono in sospeso perché proprio non sono ispirato. La giornata passa ascoltando In my life una trentina di volte, se non di piú. Non vado a correre nella pausa pranzo per vari motivi, anche noti come "attacco di pigrizia".
Mangio a pranzo e a cena pasta scaldata al microonde, andando contro i dettami.
Il risultato é che la solita passeggiata verso casa di ritorno dall'universitá passa via tra dubbi e inquietudini, ma anche con rivelazioni insperate. Tornato a casa, infatti, dopo aver suonato per un'ora "In my life" mi rendo conto che non posso sottovalutare ció che mi é passato per la testa.
Durante il giorno mi sono accorto che la collina che ho a 5 minuti a piedi da casa, dove sorge il vecchio osservatorio astronomico di Stoccolma, non solo é ben innevata, ma ha anche un versante nord-est tutt'altro che pianeggiante, 25 gradi secondo i miei calcoli. Sono le dieci di sera, ho un paio di sci nuovi ancora da provare, devo raddrizzare la giornata: vado a sciare dietro casa.
La collina sará alta 30 metri, non molto di piú, ma non importa. Sciare nel pieno centro di Stoccolma é ormai qualcosa di inevitabile. Per gli svedesi sará pure normale farlo, ma per me non lo é affatto. Non guardo la TV, non voglio passare la serata in casa: vado a sciare.
Alle dieci di sera, sci in spalla e scarponi nello zaino, arrivo nei pressi dell'Osservatorio. Sono sul versante nord-est, ma purtroppo la neve non é abbastanza per non rischiare di rovinare gli sci. Saranno 10 cm, ma il fondo é inesistente. Niente da fare. Peró dato che gli scarponi ai piedi ce li ho giá tanto vale inforcare gli sci. Provare a spingersi un po', pattinando, sulla cima della collina, e andare verso la parte meno ripida, sud-ovest, scoprire che qui la neve si é assestata di piú, cominciare a fare una, due, dieci curve in mezzo agli alberi e fermarmi poi sul ciglio della strada, sul marciapiede, felice come un bambino.
Riguardare le mie tracce lasciate qui, all'ombra dell'Osservatorio, vedere che in effetti no, nessun altro quest'anno, finora, ha avuto questa stessa idea. Rendermi conto che vivere in questa cittá, nordica, apre orizzonti inaspettati alla mia immaginazione.
Tornato a casa chiamo Sara.
-"Fa freddo lá da te? che hai fatto stasera?"
-"Niente. Ho cenato e ascoltato un po' di musica. Poi sono andato a sciare"
mercoledì 3 febbraio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
.. e ho salvato la vita a un ubriaco.. niente di particolare..
Mitico...per un istante ho pensato: ah, vabbè non sono l'unico che ha diecimila cose da fare, non combina un cazzo, si annoia e si lamenta. Tutto questo ovviamente prima di arrivare al racconto della sciata...questa è la differenza tra te e me, che tu c'hai la svolta, dopo la noia, per me invece dopo la noia c'è ancora altra noia! Sto affogando in un mare di pigrizia in questo periodo :-)
Ciao Delsò,
Antonio
PS: per lasciare questo commento, il blogger mi chiede di inserire una parola per verifica: la parola è "wesurri"...non so perchè, ma in questo pomeriggio di noia, wesurri mi fa ridere!
Anto, ti basta guardare a ció che hai fatto in tutti gli altri periodi e la noia svanirá! Un po' di pigrizia colpisce piú o meno tutti, prima o poi.
Ma, piú che altro, in che lingua abita la parola wesurri??
Un abbraccio!
Secondo me abita(va) in qualche lingua parlata dalle parti di Timbuctu...una lingua lontana nel tempo e nello spazio.
La parola che invece mi suggerisce ora il fato informatico è "pormizer"...decisamente più teutonica o, aggiustandola un po', tagliando di qua e cucendo di là, una versione abbreviata del ben più nostrano "porca miseria".
sei un grandeee!RIO
Posta un commento