Prima di andare a dormire mi rendo conto che qualcosa è cambiato da stamattina, in discontinuitá con i giorni precedenti. Non saprei dire cosa, ma tutt'un tratto un periodo è finito.
Sará che oggi è l'equinozio di autunno, giorno estremo nel suo genere. Negli equinozi la durata del dí è uguale a quella della notte in tutte le parti del globo, senso di stabilitá e calma. Ma è proprio in questi periodi dell'anno che la durata del dí e della notte varia piú velocemente. La notte comincia ad allungarsi pian piano a partire dal solstizio d'estate e si allungherá fino al solstizio d'inverno. Questa variazione non è peró la stessa per ogni giorno: oggi, equinozio d'autunno, è il giorno in cui, rispetto al precedente, la notte si è allungata di piú. Contemporaneamente il dí si accorcia, giorno dopo giorno, diminuendo la sua durata pochi istanti alla volta: domani qui a Stoccolma avró sei minuti di luce in meno rispetto ad oggi. Ecco perché l'equinozio fa sentire, piú di ogni altro giorno, il senso di attraversamento di un confine, di spostamento. È un giorno piú veloce degli altri.
Dopo una settimana di sole incantevole Stoccolma è diventata un po' piú grigia, si prepara alla stagione invernale dopo una lunga estate.
Ripenso a questi ultimi mesi, passati qui ma sempre in viaggio, che si trattasse di una nuova strada di Stoccolma o di una nuova birra da provare a Monaco, di stare in nave sull'Aurlandsfjord o in kayak tra le isole al largo di Dalarö, di correre nel bosco dietro l'osservatorio di Albanova o in quello accanto casa di Ivana e Tye a Francoforte. Ripenso al mare e gli uliveti di Vieste e a quello di Lidingö, al cielo toccato in mongolfiera cosí diverso da quello che mi scorreva affianco in aereo. Al jazz di Skeppsholmen e al rock dei Radiohead a Praga. Agli amici ospitati a casa e alle nuove persone che ho incontrato, ognuna un viaggio a se stante.
Poi arrivo a oggi, stasera, e tutt'un tratto questo turbinío finisce, questa transizione cominciata a luglio dell'anno scorso sembra svoltare in una strada che ancora non conosco dato che ne sono all'inizio. Forse sono solo le solite sensazioni di settembre, lo sapró vedere piú in lá.
Intanto oggi nessuno mi chiederá quanto le giornate svedesi siano piú lunghe rispetto a quelle del sud e da domani la domanda sará invertita, per ricominciare il solito ciclo che mi stupisce sempre, che porterá di nuovo alla calma del 21 dicembre e poi all'euforia del 20 marzo.
A me non resta che rigirare tra le mani le sensazioni che ho vissuto, assaggiare gli ultimi pezzi degli Heidelberg Student's Kiss, riguardare le foto scattate a Grinda e Nämdö, sul lungomare di Djurgården e sul lago di Hellasgården, sentire come siano ormai inafferrabili e, sgusciando via, mi spingano con forza verso domattina.
martedì 22 settembre 2009
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4 commenti:
Ciao caro,
bello l'elogio dell'equinozio, lo condivido.
Pero', potresti prendere spunto per cambiare questo terribile fondo scuro con scritte chiare che rende difficoltosissima la lettura del blog!
Io sono intrippatissimo con Stieg Larsson, mi sa che dovro' farmi un giro a Stoccolma, ma penso proprio che aspettero' almeno il prossimo equinozio, per molteplici ragioni :)
Grazie per il consiglio sullo sfondo, peró a me piace cosí..ci penseró.
Aspetta il prossimo equinozio, prima é piú probabile (e ha piú senso) che venga io dalle tue (prossime) parti :-D
Where the hell have you gone at a thousand feet per second?
No-one else would know
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